Capita a volte che hai un mezzo pomeriggio in una delle tante belle città italiane di provincia. Vai dove devi andare, non hai voglia di fare la turista, e anzi scegli stradine laterali, senza gente, camminando t’imbatti in uno slargo con una chiesa, di quelle un po’ neglette, spesso chiuse; sei già in ritardo, ma guardi la facciata che sonnecchia, e subito i tuoi passi si allentano, si disfano, si fanno trasognati finché non resti immobile a chiederti cos’è quel denso concentrato di esistenza sorpresa dentro un tempo che ti assorbe in una proporzione originaria. Più che bellezza: è un’appartenenza elementare, semplice, già data. Ah, non toccate niente, non sciupate! C’è la mia patria in quelle pietre addormentata. "La Patria" di Patrizia Cavalli
cos’è quel denso concentrato di esistenza sorpresa dentro un tempo che ti assorbe in una proporzione originaria. Più che bellezza: è un’appartenenza elementare, semplice, già data.
Capita a volte
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belle città italiane di provincia.
Vai dove devi andare, non hai voglia
di fare la turista, e anzi scegli
stradine laterali, senza gente,
camminando t’imbatti in uno slargo
con una chiesa, di quelle un po’ neglette,
spesso chiuse; sei già in ritardo, ma guardi
la facciata che sonnecchia, e subito
i tuoi passi si allentano, si disfano,
si fanno trasognati finché non resti
immobile a chiederti cos’è
quel denso concentrato di esistenza
sorpresa dentro un tempo che ti assorbe
in una proporzione originaria.
Più che bellezza: è un’appartenenza elementare, semplice, già data.
Ah, non toccate niente, non sciupate!
C’è la mia patria in quelle pietre addormentata.
"La Patria" di Patrizia Cavalli
cos’è
quel denso concentrato di esistenza
sorpresa dentro un tempo che ti assorbe
in una proporzione originaria.
Più che bellezza: è un’appartenenza elementare, semplice, già data.
¡Gracias, Liliana! ¿Cómo estás?
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